Tarantino, Coppola: “cazzi loro”

Pubblicato il da ipharra.over-blog.it

di Massimo Formica

Laquintastagione

 

Volete un sublime esempio di provincialismo italiano ed europeo? Guardate all’ ultimo festival di Venezia. Abbiamo dato la presidenza della giuria ad un regista che si vanta di avere tra le sue fonti di ispirazione i b-movie italiani dell’ horror ed il pecoreccio anni ‘70, stile Fenech. E così la mente del genio partorisce un leone d’oro che testimonia una volta di più la balbuzie culturale continentale nei confronti della cinematografia d’oltreoceano. “Somewhere” è più di un brutto film: è un film inutile. Trama: attore famoso scopre di non avere una vita, di non avere una famiglia e di non essere più neppure una persona, ma solo un personaggio. Si riscatterà, abbandonando la sua Ferrari sul ciglio di una strada di campagna, muovendosi a piedi verso una nuova vita.

 

Spero di avere reso sufficientemente la risibilità dell’ intreccio. Durante la visione penitenziale che mi sono inflitto, in sala c’era chi sbadigliava, chi russava (giuro..), chi cercava di capire perché qualcuno avesse anche solo per un momento pensato che una storia del genere potesse fregare a qualcuno. Una smania acre tormentava le poltrone. Qualche coraggioso offriva il petto nudo allo schermo: “Sparate qui! Al CUORE!”. Delle vecchiette turchine fissavano lubriche il protagonista, di buona complessione, che si aggirava mezzo nudo per le varie stanze d’albergo ed ogni tanto si docciava, forse per tenersi sveglio anche lui.

 

Dietro di me si vociferava: “Ma sempre negli alberghi gira questa? Ma una casa non l’ ha mai vista in vita sua?”. No, care signore. La dottoressa Coppola non ha mezze misure: o Versailles o la pensioncina “Da Maria”. Le case avrebbero una dimensione di universalità che la Coppola non concepisce. I suoi film sono assolutamente cazzi suoi e tali devono rimanere. Noi siamo declassati da spettatori a laidi voyers. Qualcuno si sforzerà di gridare al capolavoro. Qualcuno lo ha già fatto. Qualcuno dubiterà di queste righe. Beati i morti, che non dubitano più.

 

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